Dopo i consensi ottenuti dal Mini Lp “Stratosferico” (pubblicato a
giugno 2021) Universal “Prog will never die”, manifesto di una
musica senza confini e fuori dal tempo.
I sei brani, per un totale di 43 minuti, esplorano i codici sonori nati
alla fine degli anni 60, quando la musica non classica, grazie anche
alla classica, ha iniziato a “complicarsi”. Sei storie sospese tra rock
e sperimentalismi, capaci di connettere prog, hard-rock,
psichedelia, jazz-rock, tango, musica classica, strumenti acustici ed
elettrici, suoni vintage e moderni, melodia e ritmi mai statici.
Il progetto nasce dall’unione tra Guido Bellachioma (critico
musicale, direttore della rivista «Prog Italia» e del
Progressivamente Festival dal 1993) e di Davide Pistoni
(polistrumentista e compositore di talento sopraffino), che insieme
hanno sviluppato le idee per proporre composizioni che miscelino
musiche di confine senza troppi paraocchi. Nei Divae Project ci
sono alcuni dei migliori musicisti italiani, oltre a ospiti di livello
assoluto come i fratelli Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso).
I Divae Project sono gli eredi dei romani Divae, che nel 1995 con
l’album “Determinazione” furono una delle realtà più apprezzate
della scena prog italiana post anni 70.
La copertina è un dipinto di Lorenza “Pigliamosche” Ricci, una delle
nuove figure emergenti del fumetto internazionale.
Original & Instrumental side
Totalmente strumentale, vuole raccontare il viaggio dai sixties a
oggi di ciò che è stato definito rock progressivo, che nasce come
musica meticcia, quindi di forte contaminazione tra i generi, forse il
primo crossover compiuto. Si parte con le pulsioni etniche di origine
latina per passare alla lezione dell’elettrificazione del jazz, che si
contamina con il funk, infine la visione sinfonico-progressiva
sviluppata in un’accentuata melodia, dopo una romantica
introduzione pianistica.
Tango zoppo
Unisce la musica di estrazione popolare, come il tango, utilizzando
la fisarmonica, e quella rock, in particolare la chitarra hard. Il fatto di
essere disparo (11/4), quindi poco rassicurante, gli dona un aspetto
oscuro che solitamente le melodie provenienti dal tango non hanno.
È pericoloso giocare con il fuoco
Quando il jazz elettrificato incontra il rock e il funky. Il brano,
suonato in diretta, esplora le proposte anglofone dei primi anni 70
con l’approccio rock (la chitarra ha sicuramente nel dna Allan
Holdsworth e Scott Henderson) e psych-prog (vedi il solo acido di
sintetizzatore, che nessuno si aspetterebbe in un groove così
funky). L’energia power dell’esecuzione è un ulteriore tocco di
contaminazione per aprirsi a una vera fusione degli elementi
stilistici.
Prog Will Never Die
Dopo aver toccato nel viaggio la stazione della cultura etnica e jazz-
rock-funky si arriva alla summa del rock progressivo, ovvero il
momento sinfonico, romantico e melodico, senza smorzare
l’approccio power. Una minisuite che non forza sull’aspetto tecnico-
esecutivo e i tempi dispari.
BMS side
Omaggia, in chiave originale con arrangiamenti curati ma spontanei
al tempo stesso, il Banco del Mutuo Soccorso, una delle icone
assolute del rock degli anni 70, non solo italiano. Lo fa con tre brani
piuttosto diversi tra loro: una perla in chiaroscuro da “Io sono nato
libero” (“La città sottile”, firmata da Gianni Nocenzi), che a
dicembre compirà 50 anni; un classico assoluto e straziante nel suo
romanticismo da “Darwin!” del 1972 (“750.000 anni fa… l’amore?”,
opera di Vittorio Nocenzi); una canzone dimenticata, attualissima,
struggente e poeticamente rabbiosa nella dura denuncia contro la
guerra, tratta dal sottovalutato “Il 13”, album del 1994 (“Bambino”,
incentrata sulle vittime dei bombardamenti a Sarajevo, tra cui
moltissimi bambini. La musica è di Vittorio). I testi sono
dell’indimenticabile Francesco Di Giacomo; attraverso di essi si
vede anche l’evoluzione stilistica di questo grande “suonatore di
parole”, sia come interprete vocale che come scrittore.
La straordinarietà di “La città sottile” e “Bambino” risiede nel fatto
che per la prima volta i due fratelli Nocenzi suonano in un disco le
canzoni del Banco del Mutuo Soccorso… che non sia opera del
BMS!
La città sottile
Gianni collega la prima parte alla terza, entrambe elettriche con uno
splendido pianoforte a coda, registrato al Forward Studio di
Grottaferrata, uno dei migliori per questo strumento.
Bambino
Vittorio ha realizzato una sorta di prefazione sonora con il
pianoforte digitale, preparando un grande suono, per distinguersi da
quanto fatto da Gianni all’acustico. Ha ritrovato un brano che,
nonostante sia suo, aveva quasi dimenticato… capendo ancora di
più quanto scritto ormai 30 anni fa.
750.000 anni fa… l’amore
Questo straordinario momento di struggente e doloroso
romanticismo vede la presenza della violinista classica Natalia
Dudynska, proveniente dall’Ucraina, che sottolinea sia le parti più
rarefatte (solo violino, piano e voce) che il 7/8 nella sezione più
rock, dove entra il resto del gruppo. È una delle ballate epiche del
rock progressivo di sempre, pochi possono permettersi di
interpretarla.