Questo nuovo lavoro è nato su una riflessione: il tempo che passa, uno sguardo al passato, uno al presente ed uno sul futuro.
Il testo recitato su “la yurta montata” descrive alcune istantanee della nostra vita nei tre momenti temporali del passato, presente e futuro.
Il viaggio è il filo conduttore del tempo che passa, i legami che resistono al tempo: l’incontro casuale con Stefano Giaccone in una fredda cantina di Canelli, l’arrivo del mio cane, diventato compagno di vita, lo sguardo di un padre alla vita. Il raccolto è musica non facile, racchiude in un flusso pressochè ininterrotto tutta la complessità delle nostre esistenze, le nostre delusioni, le conquiste, i figli, le aspettative, la semplicità di un campo di kiwi ed il suo mare limpido, angoli di mondo assolati e senza vento.
Il sax di Stefano (Giaccone) ha scritto il percorso, e la musica, come sempre, ha unito strade diverse in qualcosa di unico, come sa fare ogni volta!
Ai confini tra post-rock e psych-kraut-rock !!!