Rifiutano di morire i Magia Nera, forse avvolti nell’incantesimo oscuro che diffondono con il loro moniker. Si formarono tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70… ma giunsero al debutto oltre quattro decenni dopo con il capolavoro “L’Ultima Danza di Ophelia”. Se quel favoloso album ‘post datato’ era una liberazione, il nuovo “Montecristo” è roba di oggi, materiale nuovo… anche se il sound vintage di questi ‘vecchiacci’ (lo dicono loro!) rimane legato indissolubilmente ad altri favolosi tempi. “Montecristo” è un concept basato ovviamente, e poeticamente, sull’omonima opera letterari ottocentesca di A. Dumas, nella quale la band inietta teatralità, testi (in Italiano), divagazioni, progressioni, suoni, strumenti e ogni altra cosa che una band fondamentalmente prog è in grado di, può e deve offrire. L’album è diviso in quattro capitoli, “Tradimento”, “Prigionia”, “Fuga” e “Vendetta”, seguendo fedelmente il romanzo d’appendice uscito nel 1844. Ogni capitolo, con una suddivisione perfetta, annovera tre brani, i quali scandiscono puntualmente le vicende del libro ambiento in Italia, Francia e nel Mar Mediterraneo. Con questa impostazione la band segue le pagine offrendo divagazioni prog, linee vocali intense, recitazione teatrale (come su “Requiem per l’Abate Farìa”), il tutto con una libertà stilistica destabilizzante e pura, originale, infinitamente sincera. “Montecristo” non è un disco diviso in capitoli o canzoni; “Montecristo” è un’unica poesia dall’inizio alla fine… poesia fatta di parole, di voci, di strumenti musicali, con linee di basso intense, Hammond favoloso, chitarre divine, drumming superlativo. Questa è Musica, con la M maiuscola. I Magia Nera, con umiltà e dedizione, regalano al mondo un’altra opera d’arte!