E’ uscito “Appunti di viaggio”, il secondo disco degli Sfaratthons
A distanza di tre anni da “La Bestia Umana”, gli Sfaratthons (inglesizzazione del dialettale “Sfarattòne”, “scansafatiche”), band proveniente da Borrello (Chieti), il paese delle Cascate naturali più alte d’Italia, presentano “Appunti di Viaggio”, la loro seconda opera rock, composta da nove brani, alcuni interamente strumentali, nel solco della tradizione del rock progressive, altri cantati - alcuni in italiano, altri in inglese, altri ancora in dialetto abruzzese.
Gli Sfaratthons hanno pensato ad un viaggio non solo sonoro, ma anche visivo, letterario ed emozionale: il CD è infatti contenuto all’interno di un booklet di 36 pagine, in cui, oltre ai testi delle canzoni, vengono presentati dipinti a tema dell’artista Luca Luciano (affermatosi da anni nell’ambito artistico nazionale ed internazionale e che recentemente è stato presente alla 58esima Biennale di Venezia).
I brani in inglese sono stati scritti dal batterista del gruppo, rientrato due anni fa in Italia, gli altri da Argentino D’Auro (già autore di“La Bestia Umana - Una piccola impresa musicale”, volume che nel 2018 ha ricevuto una menzione speciale alla rassegna letteraria fiorentina “Ut pictura poesis”) e da Donato Di Luca, scrittore e poeta di origini abruzzesi, autore di libri, racconti, rappresentazioni e poesie, in italiano e vernacolo, vincitore di diversi concorsi di poesia dialettale, fra cui due edizioni consecutive del “Premio Sigismondi” di San Vito Chietino negli Anni Ottanta.
La presenza del flautista internazionale Geoff Warren, compagno di viaggio degli Sfaratthons per l’occasione, impreziosisce l’opera, conferendole, a tratti, connotati quasi epici.
Appunti di viaggio è il titolo dell’opera, ma anche il brano interamente strumentale con cui si apre il CD: una suite di circa dieci minuti, in cui l’ascoltatore è invitato a viaggiare insieme alla band, come fecero Ulisse e i suoi uomini nel mitologico ritorno verso Itaca. Il suono del mare apre la strada ad archi, sintetizzatori, chitarre a 12 corde e mellotron, che si alternano tra frequenti cambi ritmici e di sonorità, ingredienti che si ritroveranno anche in Vela, altro brano dai tipici connotati prog-rock, a tratti psichedeleci.
Nei due brani Cielo Nero e Notte si fondono sonorità classiche e tratti di rock aggressivo: un ripetuto e ipnotico arpeggio di pianoforte introduce il primo dei due brani, prima di lasciare il posto al moog e alla chitarra distorta, mentre una sequenza elettronica, omaggio ai primi e validi esperimenti sonori degli Anni Ottanta, aprono il brano dedicato alla parte più intima della giornata, la notte.
Nelle tre canzoni in inglese With all the strength of my voice, Trust e Your war, our war la band effettua un viaggio in diversi luoghi del mondo, spostandosi dalla Siria, teatro di orribili vicende, alla base di numerosi viaggi disperati, alla Colombia, per anni in guerra, ma ora forse avviata sulla strada della pace e della speranza.
I brani in dialetto Vaije (Vado) e Ne journe, n’anne (Un giorno, un anno) , sono due autentiche perle, che impreziosiscono il lavoro degli Sfaratthons, anche e soprattutto, per la fusione tra il jazz/rock ed il folk/etnico: la presenza della Corale “Trebula” di Quadri (CH) - una delle più antiche e prestigiose dell’Abruzzo - all’interno del secondo dei due brani , rappresenta un autentico cameo, un vero fiore all’occhiello dell’opera sfaratthoniana.
Gli Sfaratthons sono tra gli otto artisti scelti da “Sanremo Rock&Talent” per partecipare alle selezioni regionali per accedere alla kermesse finale all’Ariston, nella cittadina ligure.