Con "Formaldeide" (2007), Vincenzo Ramaglia si cimenta (su una partitura in 8 movimenti per flauto, clarinetto, sax e pianoforte) in una sorta di ambient da camera, che - attraverso nuove, evocative e stranianti alchimie sonore - immerge la sofisticata e poliarmonica esuberanza del Novecento (da Prokofiev al jazz) nella riflessione contemporanea sul suono (indagato attraverso stratificazioni di armonici, multifonici, glissandi, soffi, sibili, rombi) e sul silenzio. La critica ha accolto con entusiasmo l’esperimento, definendolo come “luogo di incontro impossibile tra Coleman Hawkins e Salvatore Sciarrino” (Michele Coralli, Blow Up), nonché come un originale tentativo - “colto e al tempo stesso accessibile, [...] antitetico a certo pop pianistico intimista e ruffiano con pretese contemporanee” (Vittore Baroni, Rumore) - di raggiungere un’ideale “medietas, giusto compromesso tra piacevolezza e ricerca” (Daniele Follero, Sentireascoltare).
Birgit Nolte, flute
Massimo Munari, clarinet
Massimo Mazzoni, sax
Giulio De Luca, piano
"Formaldeide" (2007):
https://www.youtube.com/watch?v=r3BUsKyRc9s