Le storie che non finiscono mai: Jenny Sorrenti e i Saint Just
Non è importante quando le storie iniziano ma se al momento in cui le racconti sono terminate o ancora proseguono… in buona salute non come stanca riproposizione di un passato, sia pure importante. Nel caso di Jenny Sorrenti, anima dei Saint Just, la sua urgenza espressiva era talmente forte da pubblicare un album atipico come questo PROG EXPLOSION AND OTHER STORIES, che comprende l’album del 2011, appunto PROG EXPLOSION, edito dalla Raro! Records solo in vinile limitato, più quattro istantanee registrate in studio nella seconda parte del 2017, appunto le “altre storie”.
Serve a smorzare l’attesa del quarto album dei Saint Just, che si preannuncia ricco di “attitudine prog”, anche se le definizioni sono sempre troppo soffocanti per il mondo di questa amica della musica, davvero una Lady Prog per eccellenza. Jenny ha ancora una pazzesca voglia di musica. Nonostante l’abbia respirata, vissuta ed elaborata sin dagli anni 70 non ne ha mai abbastanza: la musica come ragione primaria di vita. Nelle registrazioni del 2011 è supportata dai musicisti che l’affiancavano nell’avventura Saint Just Again, sigla che ha usato per poco tempo prima di riprendere l’antica denominazione, oltre a due amici che impreziosiscono il tutto: Marcello Vento alla batteria (Albero Motore, Canzoniere del Lazio, Carnascialia, Carlo Siliotto, Gianni Nebbiosi, Beppe Starnazza e i Vortici, Antonello Venditti) e Francesco Di Giacomo alla voce… e nei due brani in cui le voci di Jenny e Francesco si cercano, si sovrappongono per dividersi nuovamente l’emozione fa accapponare la pelle. Il suono è sospeso tra le frequentazioni world del suo ultimo album solista, BURATTINA del 2009, e il rock di estrazione prog.
I brani del 2017 sono un po’ il concentrato del momento attuale, in cui recupera le radici del passato, mai legato esclusivamente al territorio d’origine bensì alla profondità espressiva, e si proietta in quello che sarà la prossima stazione in cui si fermerà il treno della sua musica. L’inedita E poi d’inverno, in cui miscela l’italiano con l’inglese, è una ballata di notevole profondità, mondo di frontiera dove ognuno si sente a casa propria: gli attuali Saint Just dimostrano di essere i musicisti appropriati per rendere al meglio questa gemma, intrigantemente intima: potente ma capace di entrare anche nelle più piccole pieghe del racconto sonoro.
Il fiume inondò simbolicamente apre l’album come aveva già fatto per SAINT JUST, l’esordio omonimo del 1973; la magia, oggi come allora, prende alla gola perché l’atmosfera, ora soffusa ora più tirata, ci porta sulle montagne russe del ritmo e quando scendiamo siamo tutti un po’ storditi. Infine le due canzoni con Alan Sorrenti, che, oltre ad aver vissuto con Jenny le stagioni artistiche di quei momenti iniziali dei seventies, ha deciso nel 2017 di riprendere il percorso progressivo proprio coi Saint Just e Jenny. D’altronde nell’album del 1973 partecipa ai cori e al missaggio… non è una questione di famiglia ma di rispetto artistico e di sintonia, anche con i musicisti che costituiscono il fulcro di ogni “cosa” destinata a funzionare. Vorrei incontrarti, forse il brano di Alan più conosciuto dei primi album (Aria del 1972), è resa con la tensione giusta, che non smorza la dolcezza di allora ma ne accentua il “colore” rock. Sienteme, tratta da SIENTEME, IT’S TIME TO LAND del 1976, più dell’originale risulta viva e vicina alla nostra sensibilità in divenire “altro”. L’approccio di quel suo quarto disco, levigato dalla volontà di perseguire un suono più americano ed internazionalmente appetibile, è superato dalla forza del DNA del brano, nella durata uguale alla versione del 1976, riportato a gioiello grezzo… dove la voce di Jenny in alcune note ricorda quella di Bobbie Watson dei leggendari Comus di FIRST UTTERANCE del 1971, mentre Alan fa capire perché nella sua anima risiede ancora quella di Tim Buckley. I musicisti danno una superba interpretazione di Sienteme, rispettando la melodia ma donandole brusche accelerazioni, quasi hard, e improvvise rarefazioni di marca psichedelica. Tra Napoli e l’America, rock progressivo e profumi celtici, sospesi tra il Mediterraneo e gli oceani, questo è PROG EXPLOSION & OTHER STORIES… questi sono i Saint Just con Jenny e Alan Sorrenti… ora si torna a fare musica… questo è solo l’inizio!