Collettivo nato nel 2019 ispirato alla serie storica sci-fi spazio 1999 di cui non vuol essere uno sterile omaggio ma un ricordo portante, con l’idea di musicarne in un concept l’epopea narrata nella prima serie.
Il progetto prende forma concreta nel 2019 grazie a Loris Furlan (Lizard Records) che, entusiasta del concept e soggetto originale di Pierpaolo Lamanna, mette in relazione diretta questi con Alessandro Seravalle (Garden Wall, Officina F.lli Seravalle e progetti vari) autore del tronco musicale su cui si sviluppa tutto il lavoro. Vengono poi ben presto reclutati Milo Furlan (Scarled) alla batteria e Gianluca Tassi (Black Jester, Moonlight Circus, Faveravola) al basso che vanno a formare la sezione ritmica. Un ulteriore punto di svolta avviene poi con l’ingresso di Mirko Baruzzo (Spirosfera, Anam e altre storie) che con il suo “armamentario etnico” dona “spessore cosmico” al progetto, fondendosi alla grande con il materiale scritto da Alessandro Seravalle, e scrivendo a sua volta 2 brani e diversi arrangiamenti. A questo punto, a 20 anni esatti da quella linea ideale narrativa della serie che era il 13 settembre 1999, la “luna Arcadia” è ufficialmente fuori orbita vagante nello spazio libero. Sul suo cammino incrocerà e prenderà a bordo con se nelle varie tappe il violoncello schizoide di Mariano Bulligan, Simone d’Eusanio e il suo violino ora sognante ora tagliente, e Lorenzo Giovagnoli (Odessa) che con le sue orchestrazioni apre e chiude il concept re-interpretando un passo musicale fondamentale del Testamento Degli Arcadi. Il concept strumentale è suddiviso in 10 tappe, ognuna delle quali legata a un episodio specifico della serie ed è corredato da una parte testuale che, letta interamente, ne rappresenta un racconto unitario, accompagnato dalle splendide illustrazioni di Laura Gamba, e completato dalla magistrale interpretazione in copertina del pianeta Arcadia di Roberto Menegon. Musicalmente il lavoro è eterogeneo e vario, anche qui l’idea era di musicare un viaggio che avesse diversi umori all’interno, e quindi ci si trova di fronte a 10 brani in cui convivono e si fondono rock, progressive colto, psichedelia space, krautrock, dark, noise, classica in un maelstorm davvero avvincente. Ognuno dei partecipanti ha interpretato un ruolo ben definito della serie, l’idea era anche in questo caso quella di associare l’ interprete, a seconda del ruolo ricoperto, a un personaggio specifico della serie, in modo da dare una lettura unitaria a tutto il concept, al fine di ottenere che ognuno degli elementi (musicale, testuale, visuale e artistico) si fondessero in un’unica chiave di lettura.